le storie del Circolo Eccentrico #4
#4 - Greta Garbo e le ciambelle
una storia in cui la Garbo non c'entra nulla
Accade che un giorno di mezza estate, mentre si naviga a casaccio tra i fantastilioni di immagini del web, ti capita sott'occhio questa lussureggiante foto in bianco/nero.
Broadway, New York, 1933. All'Astor Theatre danno La regina Cristina con l'immortale Garbo.
Quel volto ha segnato l'immaginario collettivo per metà del XX secolo, ma l'occhio dell'eccentrico cade altrove. Lo vedete nella foto, in basso a sinistra, all'angolo con la 45th Street quel locale con le ardite vetrine ovali?
Bene preparatevi a scoprirne il segreto, ma prima una bella filastrocca:
The Optimist’s Creed
As you ramble on through life, brother,
Whatever be your goal,
Keep your eye upon the doughnut,
And not upon the hole.
Il Credo dell'ottimista
Mentre vaghi per la vita, fratello,
qualunque sia il tuo obiettivo,
tieni d'occhio la ciambella
e non il buco.
L'ispirato autore dei profondi versi che avete appena letto è questo signore, Adolph Levitt, un intraprendente rifugiato dalla Russia zarista nella terra delle opportunità, di professione rivenditore di ciambelle fritte (i popolarissimi doughnuts made in USA).
E che c'entra un venditore di ciambelle con Greta Garbo?
A dir la verità assolutamente nulla, ma facciamo ancora un passo avanti e avviciniamoci a quel bel locale dalle finestre ovali.
Perchè i signori infagottati qui sotto si stanno accalcando innanzi all'oblunga vetrina con l'insegna "Mayflower Doughnuts", il marchio di fabbrica del nostro Levitt?
Ecco svelato l'arcano! I signori osservano rapiti la prima macchina automatica per la produzione di fragranti e dolcissime ciambelle.
Un autentico prodigio della tecnica commissionato nel 1925 dal nostro Levitt ad uno staff di dinamici ingegneri e installato nel 1931 nel suo nuovissimo locale a Broadway.
In questo modo le affamate folle in uscita dai cinema e teatri newyorkesi troveranno sempre gustosi doughnuts appena sfornati pronti per i loro denti.
Nella nostra storia vi abbiamo portati dai ruggenti anni '20 ai '30 del new deal rooseveltiano e ora atterriamo al 28 dicembre 1945. La Seconda guerra mondiale è finita e nel cinema Astor a fianco al locale c'è la prima di Spellbound ("Io ti salverò" per noi italiani).
Greta Garbo si è ritirata nel suo misterioso esilio dalle scene da un paio d'anni e una nuova stella, ancora una volta svedese, risplende nel firmamento di Hollywood. Protagonista di Spellbound - Io ti salverò è Ingrid Bergman, un nuovo tipo di divina, scesa dal Walhalla e pronta ad attraversare i labirinti psicoanalitici.
Come finisce la storia del nostro magnifico spaccio di ciambelle sulla Broadway?
Non lo sappiamo di preciso ma nel 1972 l'attiguo cinema Astor chiude con la sua ultima premiere, quella di un film che per la verità non sembra aver lasciato particolari tracce nella storia della settima arte Hannie Caulder - La texana e i fratelli penitenza.
Senza volere nulla togliere la protagonista, una semivestita Raquel Welch, ha poco a che spartire con le divine star dei decenni precedenti.
Nel 1982 l'intero isolato viene demolito e sostituito dall'attuale Marriott Marquis New York Hotel, nel quale certamente sarà possibile acquistare doughnuts, ma non proprio quelli di Adolph Levitt.
Pensavate avessimo finito? Nooo, perché una mente eccentrica continua sempre a vagare, e così per chiudere (in bellezza?) eccovi due suggestioni musicali dagli anni della demolizione del Mayflower Doughnuts:
1981 - Garbo che canta A Berlino...va bene
1981 - Spellbound cantata da Siouxie And The Banshees