le storie del Circolo Eccentrico #9

#9 Fearless Nadia

una storia di fruste, pugni e pistole in salsa indiana

Alla fine degli anni '30 il mondo vacillava presagendo l'imminente guerra mondiale. Mentre alcuni si affidarono tragicamente agli "uomini della provvidenza" altri, più saggiamente, confidavano in nuovi supereroi immaginari, che dal fumetto al grande schermo fornivano al pubblico una via di fuga in un mondo fantastico in cui tutti i mali venivano risolti a sganassoni. I nomi dei crociati incappucciati emersi in questa era - L'Uomo mascherato (1936), Superman (1938) e Batman (1939) - sono diventati leggende e lo sono ancora oggi.

Fu in quel periodo che in India una donna irruppe sullo schermo, nelle vesti di una vendicatrice mascherata. L'anno era il 1935, il film si intitolava "Hunterwali" e fruste, spade, pistole, arditi salti nel vuoto, aeroplani, cavalcate a rotta di collo e persino scazzottate a mani nude con i cattivi ne fecero in un batti baleno la star dei film d'azione: Fearless Nadia (L'impavida Nadia, o più letteralmente Nadia senza paura)

Il suo vero nome era Mary Ann Evans, nata a Perth in Australia nel 1908 da padre soldato scozzese dell'esercito britannico e madre greca, si trasferì a Bombay nel 1913 con la famiglia. Mary Ann, perso il padre nella Grande Guerra, fu lì educata nelle scuole indiane. Fin da piccola voleva diventare cantante e ballerina; imparò le danze scozzesi da suo padre e le canzoni greche da sua madre.

Pur frequentando regolarmente le scuole e cantando nei cori della chiesa si dimostrava in qualche modo diversa. Mentre le sue compagne di classe giocavano con morbidi peluche, lei trascorreva la maggior parte del tempo con un pony che divenne il suo migliore amico. Trascorse anche del tempo imparando la pesca, la caccia, l'equitazione e tutto ciò che all'epoca era normalmente considerato audace per le ragazze della sua età.

Incline all'atletica, era al contempo un'artista naturale, alternava ginnastica e tennis a tip tap e balletto. A una ventina d'anni si unì a compagnie di spettacoli vari e con esse viaggiò attraverso tutta l'india e lo fece con il suo nuovo nome d'arte, Nadia.

È in questo periodo che Nadia attira l'attenzione del regista Jamshed Boman Homi Wadia, meglio conosciuto come J.B.H., che intravede nella sua forza fisica e nelle sue multiformi capacità la possibilità di farne una stella del cinema!

Dopo averla fatta recitare in alcune parti minori, nel 1935 Wadia decise che era venuto il momento di lanciarla come star principale nel suo nuovo film "Hunterwali". Sui manifesti il suo nuovo nome d'arte è "Fearless Nadia" e interpreta il ruolo della principessa Madhuri, mascherata e armata di frusta, una "coraggiosa ragazza indiana", che combatte per la giustizia nel regno di suo padre insidiato dai malvagi.

Il film fu un successo travolgente e Homi Wadia la diresse in altri cinque film ispirati a Hollywood. Erano fantasiosi thriller d'azione, in cui Nadia interpretava il ruolo di una Robin Hood femmina che combatteva l'ingiustizia e aiutava i bisognosi, accompagnata dal suo cavallo Punjab Ka Beta, dalla sua auto Rolls Royce Ka Beta e dal suo cane Gunboat.

Nel decennio successivo Nadia ha recitato in oltre 50 film, eseguendo personalmente le sue acrobazie in ognuno di essi. Ha oscillato appesa a lampadari, saltato da ripide scogliere, lottato a mani nude sul tetto di treni in corsa, fraternizzato con leoni con una energia e naturalezza che i suoi colleghi maschi faticavano a raggiungere. "Hey-y-y-y-y-", l'urlo minaccioso che rivolgeva ad animali selvatici come a banditi e cattivi in generale mentre correva verso nuove avventure, è diventato la sua firma.

Ora però lo vedete anche voi che c'è un problema... Nadia non è indiana.

Per il suo pubblico era bianca e non bianca allo stesso tempo!

Da un lato, portava sullo schermo l'esotismo delle attrici hollywoodiane. Dall'altro, il suo personaggio attingeva a piene mani alla tradizione delle "Virangana", le leggendarie donne guerriere come Razia Sultan e la regina di Jhansi, Laxmibai. In quegli anni i riferimenti espliciti al nazionalismo indiano nei film furono censurati dal governo britannico. Leggende come le Virangana furono quindi reintrodotte come simboli della resistenza all'ingiustizia. Come queste mitiche donne guerriere i personaggi di Nadia mettono in gioco il loro corpo in combattimento a difesa degli oppressi, adeguando la figura di quelle eroine d'altri tempi al mondo moderno.

Questo eroismo e il sostegno dei perdenti furono letti dal pubblico come allegorie anti-britanniche, nonostante il fatto che Nadia fosse con tutta evidenza una bionda imponente, con gli occhi azzurri, che spesso torreggiava sopra i suoi co-protagonisti indiani frustandoli e prendendoli a calcioni. Insomma si comportava come una bianca, ma lo faceva a favore degli oppressi! Come non innamorarsene?

Fearless Nadia è stata una delle attrici più pagate nell'industria cinematografica indiana del tempo. Era sempre in anticipo sui tempi. Non si adattava a nessun movimento sociale, politico o moda culturale. Era un trionfo di femminilità ed energia. Una donna bianca cresciuta in India che ne ha assorbito lo spirito e la cultura. La fluidità della sua razza e la sua grazia l'hanno resa accettabile e persino celebrata dalle masse: poteva ritrarre una femminilità che era in contrasto con molti aspetti della consueta femminilità indiana indossando costumi osé e persino facendo il bagno nuda. Nadia è emersa anche come icona femminista, sfidando il dominio maschile con frasi entusiasmanti e ancora attuali dopo oltre ottant'anni come: "Non essere convinto di poter dominare le donne di oggi. Se la nazione deve essere libera, le donne devono essere prima liberate”.

Nel 1968, all'età di 60 anni, l'ardente attrice ha fatto un ultimo ritorno come sfacciata agente segreto nel film di Homi Wadia "Khiladi".

Col passare del tempo, la sua eredità è stata gradualmente dimenticata, confinata tra le curiosità per amanti della Bollywood più rustica e primitiva, ma è innegabile la freschezza dei suoi film che univano l'innocenza degli anni '30 a incredibili scene d'azione, con uno sguardo sornione ai diritti delle donne e degli oppressi.

Fearless Nadia, ovvero Mary Ann Evans, sposò nel 1961 il suo scopritore, il regista J.B.H. Wadia. Si è spenta serenamente all'età di 88 anni a Mumbay il 9 gennaio 1996. Pensavate fosse davvero finita nel dimenticatoio? No davvero se nel 2018 Google ha deciso di dedicarle un doodle, nel 110° anniversario della sua nascita.