le storie del Circolo Eccentrico #8

#8 - Gin Sling

una storia di dragon lady, registi mitteleuropei e ottimi cocktail

Io non so cosa vi suggerisca l'immagine qui a destra, spero almeno una certa curiosità per il film da cui è tratta, "I misteri di Shanghai" (The Shanghai Gesture) girato nel 1941 ad Hollywood da Josef von Sternberg.

L'ho rivisto con attenzione poco tempo fa dopo tanti anni e devo dire che è un gioiello, e non poteva esser diversamente dato che von Sternberg può davvero essere considerato un "gioielliere" del cinema.

Al contrario di altri suoi colleghi germanici (Murnau, Lubitsch, Lang) il nostro Josef non ha una carriera europea alle spalle. Emigra giovanissimo negli USA e lì lavora come tecnico delle luci, montatore e assistente, dirigendo e autoproducendo il suo primo film nel 1925. La pellicola colpisce Charlie Chaplin che la fa distribuire dalla sua United Artist.

Che fa dopo? Diciamo che, tra le altre cose, è tra gli inventori del genere "gangster movie" ed innova fortemente l'uso delle luci e della fotografia cinematografica.

Mother Gin Sling (Ona Munson) e Gene Tierney (Poppy Smith) in "I Misteri di Shanghai" - 1941

Josef von Sternberg e Marlene Dietrich durante le riprese de "L'angelo azzurro" - 1930

Ma il contributo alla storia del cinema per cui tutti siamo debitori a von Sternberg è la scoperta, nel 1930, di una giovane e semisconosciuta attrice tedesca che lui volle per protagonoista del film "L'angelo azzurro".

L'attrice si chiamava Marlene Dietrich. Con la sapiente guida del nostro regista girerà negli anni '30 sette film divenendo una delle più grandi e affascinanti star di Hollywood.

"Shanghai Express" è il titolo nel 1932 di uno dei film dell'accoppiata von Sternberg - Dietrich, ma il film di cui parlavamo all'inizio è del 1941, si svolge sempre a Shanghai, ma non ha nulla a che fare con Marlene. Infatti dopo il 1935 i due non lavoreranno più insieme. Per il nostro la carriera proseguirà tra mille difficoltà, tra luci e ombre.

Ecco, "I misteri di Shanghai" probabilmente è davvero una somma di luci ed ombre. Una storia cupa e trasgressiva che richiese ben trentuno revisioni della sceneggiatura prima di ottenere l'approvazione della censura americana.

"Mother" Gin Sling è obbligata a chiudere il casinò di cui è proprietaria entro il Capodanno cinese: a Shanghai è arrivato un facoltoso uomo d'affari, Sir Guy Charteris, che vuole radere al suolo il quartiere per delle speculazioni edilizie. Lo stesso giorno in cui il capo della polizia annuncia alla donna che le rimangono pochi giorni prima della chiusura, la figlia di Sir Guy, Victoria Charteris, entra clandestinamente nel casinò sotto il falso nome di Poppy Smith. Una volta scoperta l’identità della ragazza, Gin Sling sfrutterà la passione di Poppy per il gioco d’azzardo e per uno dei suoi loschi dipendenti, il faccendiere Omar, per consumare la propria vendetta nei confronti di Sir Guy. Quest'ultimo, infatti, era stato marito di Gin Sling e l'aveva malamente abbandonata...

Raccontata così sembra una delle tante storie in bilico tra noir e dramma dei film di quegli anni, ma vi assicuro che von Sternberg ne fa un capolavoro riuscendo a renderci testimoni del precipitare di Poppy da sfavillante dama del bel mondo a relitto abbrutito da gioco, alcool e chissà cos'altro... E tutto questo letteralmente ruota intorno ai simbolici "gironi" della brulicante sala da gioco di Gin Sling, con un formidabile contorno di comprimari. Non c'è nulla di realistico nel film, ma una donna così autenticamente sfatta come Poppy Smith dovremo aspettare la fine degli anni '60 per rivederla sul grande schermo.

Qui trovate un saggio delle atmosfere surreali che si respirano in ogni fotogramma del film. Il Dr. Omar (come detto una sorta di faccendiere interpretato da Victor Mature) si presenta a Poppy: "Dr. Omar di Shanghai e Gomorra"... e lei : "Ha detto dottor Omar. Dottore in cosa?" Omar replica: "Dottore in niente, signorina Smith. Rende importanti e non fa male a nessuno. A differenza della maggior parte dei dottori".

C'è sempre qualcosa di malsano, di minaccioso, che aleggia più o meno scopertamente per tutto lo svolgersi della storia.

E la personificazione di questa minaccia è sicuramente "Mother" Gin Sling, vero emblema della dragon lady, che sapientemente Sternberg fa apparire dopo oltre un quarto d'ora di film.

"Mother" Gin Sling (Ona Munson)

La stessa Gin Sling nel presentarsi accenna al fatto che il suo è un nome da cocktail, ed è proprio così! Eccovene la ricetta:

  • Cubetti Di Ghiaccio

  • 20 ml Succo Di Limone

  • 45 ml Gin

  • 20 ml Sciroppo

  • Soda

  • 1 Fetta/Fettina Limone

Riempire con cubetti di ghiaccio uno shaker boston. Aggiungere succo di limone, gin e sciroppo. Agitare e filtrare in un bicchiere highball riempito con cubetti di ghiaccio. Completare con soda. Decorare con limone.