le storie del Circolo Eccentrico #5

#5 - La grande bufala delle banane

una storia confusa di hippies e bucce psichedeliche


Giugno 1967 a Central Park - New York City - è in corso la "tre giorni di amore cosmico". I giovani partecipanti a questo "hippie hap­pening" sono vestiti in un miscuglio di mode oltraggiose e sessualmente ambigue: jeans e flanella sbrindellati, stivali western, occhiali Benjamin Franklin, abbigliamento indiano e magliette tinte.

Particolarmente degna di nota è la vista di un giovane hippie con un cappello da mago che vende banane in un angolo dell'East Village. Le banane vengono vendute a dieci centesimi l'una, con una cauzione di tre centesimi sulle bucce, e i clienti attirati dal richiamo: "Chiunque abbia sentito Donovan cantare 'Mellow Yellow' sa perché"... “Fumare bucce di banana vi farà sballare. Outtaaaaa-sight!”. E le banane sono introvabili in tutti i negozi del vicinato!

Già nel novembre precedente però la banana era assurta all'attenzione del mondo giovanile attraverso i criptici versi di Mellow Yellow, grande successo del cantautore inglese Donovan.

“Electrical banana / Is gonna be a sudden craze / Electrical banana / Is bound to be the very next phase / They call it Mellow Yellow”

"La banana elettrica / Sarà una mania improvvisa / La banana elettrica / È destinata a essere la fase successiva / La chiamano Mellow Yellow"

Siamo nel pieno del boom della psichedelia e delle predicazioni acide di Timothy Leary e quindi cosa poteva dunque essere questo morbido, pastoso e vellutato giallo se non un nuovo genere di sballo?

Fine 1966, storia e leggenda sfumano l'una nell'altra. Ronald Reagan diventa governatore della California, s'infiamma la guerra in Vietnam, muore Walt Disney e i Beach Boys rinnegano il look da "bravi ragazzi" e le tavole da surf incidendo Pet Sounds, il loro capolavoro pop psichedelico-orchestrale sull'innocenza perduta.

Ed è in questi mesi confusi che Gary “Chicken” Hirsch (il primo in alto a sinistra nella foto), il batterista della band Country Joe and the Fish dà inizio a quella che passerà alla storia come "La grande bufala delle banane". Gary è uno sperimentatore; raccoglie, cataloga puntigliosamente, elabora e fuma erbe raccolte su e giù per la California.

Una fredda sera d'autunno offre una canna con una sua nuova miscela ai compagni prima di salire sul palco. L'effetto è davvero "stupefacente", tanto più che Gary rivela alla band di aver fatto loro fumare buccia di banana da lui congelata, frantumata ed essiccata seguendo uno dei suoi rigorosi procedimenti.

Scesi dal palco i musicisti spargono la voce tra il pubblico, tra cui ci sarebbe stato lo stesso Donovan, che avrebbe poi a sua volta cantato la lieta novella al mondo.

Solo giorni dopo i Country Joe and the Fish sapranno che qualche buon amico aveva in realtà sciolto LSD nelle bibite che avevano bevuto durante il concerto...

Ma della notizia nel frattempo si già è impadronita la stampa underground locale, quella che secondo una definizione "non riferisce le notizie, le crea".

Nonostante la mancanza di effetti psicotropi scientificamente identificabili, il fumo della buccia di banana diviene presto un fenomeno nazionale, e le banane un simbolo della controcultura. La ricetta viene ristampata su tutte le riviste alternative a Los Angeles, San Francisco, Berkeley, Seattle, Detroit, Austin e New York. Secondo The Sun, di Detroit, "Migliaia di hippy esaltati in tutto il paese si stanno precipitando nei negozi di quartiere e stanno dando impulso all'economia accaparrandosi tutte le banane disponibili!... Gli adesivi delle banane Chiquita spuntano ovunque"

C'è anche chi pensa al business e lancia sul mercato, con tanto di pubblicità evocativa, il prodotto già pronto al consumo, comodamente spedito a casa per soli cinque dollari. Il marchio non può che essere "Mellow Yellow"!

Nel frattempo le autorità non stanno a guardare, sono pronte a reprimere la nuova pericolosissima moda, ma la Food and Drugs Administration certifica: neanche a cercarle col lanternino si possono trovare sostanze psicotrope nelle banane.

Almeno per qualche mese, nella primavera 1967, le banane hanno offerto a tutti una via d'uscita, uno strumento semplice, legale ed economico per "aprire le porte della propria mente" com'era trendy tentare di fare all'epoca.

Sono tempi tumultuosi, le Pantere Nere passano alla lotta armata, a Monterey ha luogo il primo megafestival musicale della storia.

Presto le banane passano in secondo piano, ma qualcuno se ne ricorda bene e ha ben chiaro che si sia trattato di una gigantesca bufala, la prima della controcultura pop.

Sono i The Electric Prunes, gruppo rock psichedelico, che nell'agosto '67, intitola uno dei suoi successi appunto The Great Banana Hoax.

E la copertina del disco The Velvet Underground & Nico con l'iconica banana di Andy Warhol? Anche questa è del marzo 1967, avrà mica a che fare con la nostra storia?

L'innovativa copertina dell'album di Warhol presentava l'immagine di una banana coperta da una buccia adesiva che i fan potevano tirare indietro per rivelare l'allusivo frutto color carne sottostante. Scritto sulla copertina dell'album sopra la banana c'era l'invito a "Peel Slowly and See".

E qui torniamo a Donovan il quale, molti anni dopo, sostenne che la "electric banana" da lui cantata in Mellow Yellow altro non fosse che il giallo vibratore di una sua amichetta scandalosamente giovane ed esperta in materia fallica.

Concludiamo quindi questa confusa storia di hippies e bucce psichedeliche ascoltando ancora un poco di buona musica e godendoci le atmosfere del tempo con I'll Be Your Mirror dalla mesmerizzante voce di Nico con i Velvet Underground e Not So Sweet Martha Lorraine da Country Joe & The Fish, al festival di Monterey. Ovviamente tutti e due del 1967!